Lidia Bianchi (San Felice Circeo, 1992) è un’artista visiva, il cui mezzo privilegiato è la fotografia.
Ha studiato Arti Visive presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e Fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e l’EASD di Valencia.
Vive a lavora a Milano, dove collabora ai progetti didattici della Scuola di Nuove Tecnologie dell’Arte dell’Accademia di Belle Arti di Brera.
La sua pratica artistica prende forma dalle intuizioni estetiche suscitate dal paesaggio e le sue istanze, all’irrealizzabile ricerca dell’arcaico insito nelle fenditure del contemporaneo.
Questa vertigine genera reminiscenze archetipiche, e porta lo spettatore a riflettere sull’altrove, la distanza e ciò che è destinato ad essere distante.
Attualmente la sua ricerca si concentra sul Mediterraneo come spazio estetico, luogo di immaginari antichi e nuovi che, ponendosi in rapporto dialettico tra loro, configurano una narrazione visiva altra, incentrata sulle forze telluriche che lo animano.
Indacoterra
Stampa giclée montata su alluminio dibond, 70x85cm.
Indacoterra nasce da intuizioni visive: le credenze mitologiche legate alla mia terra di origine, il Circeo, insieme al folklore da esse derivante, permeano il paesaggio di echi perturbanti tali da estraniarmi dai luoghi a me familiari e da indurmi nuove visioni di essi.
La pellicola fotografica condensa e sublima nell’immagine il riverbero del mito che riecheggia nel paesaggio, e lo rende carico di significati altri.
L’ora blu è il momento di indagine scelto. La sua essenza è effimera, schiava ed insieme padrona del tempo: intrappolata tra luce e buio, e meno della luce e più bel buio, illumina le cose proprio con la sua ombra, e in essa si svelano, come lucciole, verità e miti.
Con Indacoterra il luogo viene svuotato delle sue connotazioni naturalistiche, mitiche ed autobiografiche specifiche, e si fa “altrove”, spazio di narrazioni universali e immaginari archetipici.Nostalgia
Stampa giclée montata su alluminio dibond, 69x92cm.
In Nostalgia i luoghi familiari, attraverso l’immagine fotografica, subiscono un’idealizzazione, e diventano immagini di un dualismo perturbante: da una parte le immagini mantengono vivi i ricordi e le sensazioni di nostalgia legate alla familiarità con determinati paesaggi naturali, dall’altra li distorcono, e ne distillano i contenuti. Il processo fotografico si fa così alambicco alchemico, luogo di distillazione: nel suo scorrimento la sostanzaricordo cambia di stato, si manifesta nel paesaggio.Mi ricordo a casa la primavera
Stampa giclée montata su alluminio dibond, 40x60cm.
In Nostalgia i luoghi familiari, attraverso l’immagine fotografica, subiscono un’idealizzazione, e diventano immagini di un dualismo perturbante: da Mi ricordo a casa la primavera prende forma da una ricognizione nel mio archivio fotografico durante il periodo della quarantena per Covid-19 della primavera del 2020. Mossa dalla nostalgia verso la mia terra natale, ho cominciato a ricercare dei frames che la ritraessero in primavera.
L’impossibilità di vivere l’inizio della primavera e la condizione limitata e limitante di sentirne solo qualche vago sentore dalla finestra di un appartamento milanese, hanno scaturito in me un forte bisogno evocativo.
I ricordi e il desiderio di percepire quelle sensazioni, insieme all’ansia mista a senso di colpa per la perdita di quella primavera, animavano le mie giornate. Questa serie prende dunque forma dal tentativo di ricordare la primavera e ricomporne le immagini, gli odori e le sensazioni attraverso una visione frammentata del ricordo.Eea
Stampa ai sali d’argento, dimensioni variabili.
Eea è il nome latino dell’isola della maga Circe nell’Odissea. L’isola Eea, identificata oggi con il Monte Circeo, è la mia terra natale.
Vivere lontano dalla mia terra d’origine per alcuni anni ha fatto sì che i sentimenti di perdita e nostalgia siano una costante che si ripropone, e che mi porta a ripensare i miei luoghi d’origine. Questo sforzo di ricordare provoca un’idealizzazione e insieme una distorsione dei luoghi, che perdono, nel tentativo di immaginare, le loro peculiarità geografiche, e piuttosto sfumano, universalizzandosi in terre di ogni luogo.Le telluriche
Stampa giclée montata su alluminio dibond, 20x30cm.
Ne Le telluriche lo sguardo è laterale, si posa sulle cose che accadono anche quando nessuno le guarda. È un Mediterraneo inosservato, fatto di immagini che sopravvivono al caos del suo preesistente immaginario e che suscitano l’intuizione estetica nella sua forma più pura.